giovedì 26 giugno 2014

Like a soldier

Hai fatto terra bruciata
e come un soldato in terra di Russia
mi guardo intorno
e non vedo che aridità e aria pesante.

Li dove c'era da cibarsi
ora non vi è che desolazione.

Idillio

le ultime forze
[forza della disperazione]
un falso credo
[serrando le dita]
per l'ultimo sforzo
[vederle una ad una]
cedimento
[seppur destinate all'oblio]
le fotografo
[stanno per cedere]
mi riconosco di aver dato tutto
[trovare dentro se]
in ogni atomo
il desiderio di provare ancora dolore
sarebbe più facile mollare
ma è l'esito positivo alla domanda
che ancora illude
la strada tortuosa e gravosa

vale la pena?

Pensieri lavorativi atto quarto

«Avrei potuto amarti in modo più piacevole per te. Infatuarmi della tua superficie e restar là. E’ quello che tu hai voluto a lungo. Ebbene no. Io sono andato al fondo. Non ho ammirato quello che tu mostravi, che tutti potevano vedere, che stupiva il pubblico. Sono andato al di là e ho scoperto dei tesori. Un uomo che tu avessi sedotto e dominato non si godrebbe come me il tuo cuore in ogni suo recesso. Quello che provo per te non è un frutto d’estate dalla buccia liscia, che cade dal ramo al minimo soffio e sparge sull’erba il suo succo vermiglio. Ha a che fare con il tronco, con la scorza dura come una noce di cocco, o guarnita di spine come i fichi d’India. Fa male alle dita, ma contiene del latte».

Gustave Flaubert, “Lettera a Luoise Colet”