giovedì 20 dicembre 2012

Chiudo gli occhi e mi sveglio stanco: sapessi che sforzo dover cacciare un sogno.

[G.C.]
un posto chiuso. lontano da facce voci rumori persone.
magari si potessero chiudere fuori anche i pensieri ricorrenti ,
di quelli che ti rincorrono e ti aggrediscono lasciandoti senza fiato.
non esiste una cabina stagna, non esiste un bunker antiatomico in grado di fare questo.
giorno o notte, al buio o con le luci, la sostanza non cambia.
neanche un momento di estrema solitudine,
di congelamento delle sensazioni delle emozioni.
le ho sempre pagate care le mie emozioni
e me ne son guardato bene dal farle fuoriuscire dal guscio di apatia,
di freddezza e di ironia.
perchè sapevo che c'era tutto un mondo li dentro. il mio mondo.
avere insicurezze porta a questo, a chiudersi in se stessi
e non aprire la porta ,
mai,
neanche quando c'è qualcosa di bello fuori che ci sta aspettando.
non aprirla neanche quando si sa che ci sta crollando addosso tutta la casa,
che sta cadendo a pezzi.
e quel che mi sta cadendo addosso, sono massi enormi,
che portano ricordi attimi di vita dedicati
con la più estrema sincerità e gentilezza.
e nonostante questa grazia e leggiadria, fanno male.
sentirsi in balia delle onde
senza remi senza vela, completamente persi.
cercando di invocare quelle stelle
che possano indicare la posizione, ma c'è tempesta questa notte.
e la direzione non è possibile vederla
girarsi e rigirarsi nel letto.sogni su sogni
di cui non se ne ha memoria ma con un
denominatore comune, unico. ad ogni frame
ad ogni pezzo di sogno l'unica cosa di cui
si ricorda è il tuo viso , la tua immagine.
la stessa cosa anche di giorno e cosi via
per ogni giornata che passa, per ogni ora che passa.
avere un unico pensiero un unica immagine
e cercare di non perderla mai di vista.

mercoledì 19 dicembre 2012

Come una nave
senza vento e senza onde
che si lascia cullare dal movimento del mare
al buio di notte
e con una fitta nebbia
non si vede nulla all'orizzonte
vado cosi
cosciente che da qualche parte arriverò
ma al tempo stesso cosciente che
non avrò la più pallida idea del dove

lunedì 17 dicembre 2012

i maya

ventuno dodici duemiladodici ...i maya avrebbero
previsto la fine del mondo

sarebbe una magra consolazione se cosi fosse,
per lo meno ci sarebbe una motivazione geologica
astrologica morfologica

ma poi se mi fermo a pensare
nonostante il mio essere perennemente
con la testa in mezzo alle nuvole
coi pensieri
coi sogni ricorrenti
non credo sia possibile una cosa del genere

percui non avverrà nulla di quello che è stato detto
percui dal quel giorno stesso
si ripeteranno le stesse cose
si ripeteranno le attività con la stessa cadenza

il caffè sarà sempre preso in tazzina
rigorosamente con zucchero di canna
il thè sarà sempre preso dopo 5 minuti dalla cottura
ponendo la bustina al mio gusto preferito
direttamente nella teiera
il venerdi di ogni settimana dovrò sempre
inviare il rapportino settimanale
delle ore perse dentro 4 mura a fare un lavoro
di cui non me ne può fregare di meno

e se invece avessero avuto ragione i maya?
se proprio ci avessero preso?!
non parlo di catastrofi, di apocalisse,
di draghi che escono dai vulcani e che sputino
fuoco dalle loro fauci per uccidere qualsiasi forma vivente
tantomeno parlo di un epidemia che coinvolga tutta
l'umanità

forse si tratterebbe di un terremoto
che coinvolga un unica persona

che coinvolga me stesso
un terremoto che faccia in modo di destabilizzarmi
togliere quelle sicurezze e che mi faccia capire
quanta inutilità ci fosse nella mia vita
togliere il superfluo
e farmi rendere conto di quello che non era invece
per niente scontato

un terremoto nell'epicentro del mio cuore che
ha provocato un esplosione mai avuta
mai percepita e che è aimè
irrimediabile

è irrimediabile per me e per chi mi conosceva
in un certo modo

cambiare e cambiare
mutare e mutare

sto cambiando pelle
la pelle del bambino
sta facendo posto a quella dell'uomo
e sto togliendo spazio
a chi non ritengo degno
di toccarla , assaporarla

sto vagliando le mie prospettive
ideali e sogni
ma con la dura realtà di interprete primario

i maya forse avevano ragione

la fine del mondo è avvenuta
il mondo della delicatezza
e dei sentimenti sinceri
è stato spazzato via

l'orologio

se mi ci fermo a pensare ne esco matto.

se avessi una tela o una matita in mano ora
il disegno verrebbe fuori dalla mia immaginazione
in un istante

un grandissimo orologio in pietra , enorme
una scultura di marmo
con dei bei numeri romani a segnare le ore e i secondi

una lancetta enorme che segna con cadenza perfetta e minuziosa
tutti i secondi della giornata e quella più implacabile
la lancetta delle ore

io sotto a questo immenso ticchettio con il naso all'insu
ad osservare il tempo che passa e a ricordarne quello passato

pochi giorni poche ore pochi secondi e poi l'orologio esploderà
colpendo me e tutto quello che sono stato
tutto quello in cui ho creduto
e tutto quello che avrei voluto fare

non cederò di un passo mi farò colpire senza bisogno di scappare
affrontando la paura
affrontando il dolore

perchè avrò bisogno di sopportare quel dolore
avrò bisogno di vedere come quell'orologio si distruggerà

avrò bisogno di vedere come sarà l'orizzonte
con me li sotto
con il naso all'insu
ferito dai detriti

a guardare con le lacrime agli occhi
in direzione di qualcosa che non c'è più
osservando il lento movimento delle nuvole fuori dalla finestra ...sembra un movimento impercettibile eppure si muovono, si spostano ,oscurando da una parte il sole ,da un altra invece portando lacrime sul terreno e invece ancora da altre parti le nuvole sono appena andate via , portando cosi il sorriso e la luce. cosi mi immagino questo momento, sicuramente ed energicamente ci credo che le nuvole ora siano nere e ferme sopra la mia testa. sono consapevole che prima o poi arriverà il vento, sono consapevole che tempesta dovrà ancora abbattersi su di me, che di lacrime da lassu ne debbano ancora cader tante ma poi tutto questo si sposterà e il risultato sarà un paesaggio bagnato, scombussolato dissestato ma pur sempre un paesaggio che ha resistito alle intemperie. Mi chiedo se tra tutte quelle lacrime non ci poteva essere un altro modo, magari meno devastante, di modificare le cose invece di inondarlo

domenica 16 dicembre 2012

sta finendo il 2012 portando via un anno intero di insoddisfazioni di insicurezze di seghe mentali principalmente . un vaffanculo per ogni secondo di questo inutile anno non basterebbe per sfogare tutto quanto. non basterebbe una foto un ricordo per alleviare il dolore , seppur che li si, vi era un sorriso ed occhi felici sinceri. non basterebbe una lettera un libro o una chitarra per migliorare il mio stato d'animo. non basterebbe farsi trascinare dalla folla, da persone che sai bene che sono di passaggio nella tua vita, farsi portare fuori a divertirsi, perchè in fin dei conti il divertimento non si può avere forzandolo. la spontaneità rende tutto più delizioso. un po come una ricetta senza l'ingrediente base, se non c'è quello puoi aver preparato tutto alla perfezione ma poi il risultato non è quello giusto, quello che ti aspettavi. ti resta soltanto l'amaro in bocca perchè volevi cosi fortemente una cosa, volevi cosi fortemente assaggiare quella pietanza, ci hai messo tanto del tuo per cucinarla , sacrificio tempo dedizione e poi... va tutto a puttane per un singolo ingrediente. cosi lo vedo questo 2012, un anno che doveva essere un anno non sabbatico ma decisivo. allora un vaffanculo all'economia un vaffanculo alle guerre un vaffanculo al nano di merda un vaffanculo agli amici che si scordano di esserlo un vaffanculo a noi stessi che non siamo in grado di badare a noi e non siamo in grado di agevolarci. ma dopo tanto sfogo, dopo tanti cristi tirati giu... cosa rimane se non l'amaro in bocca di un qualcosa che si voleva con tanta forza e non ci è riuscito di avere
L’incontro di due personalità è come il contatto di due sostanze chimiche: se c’è una reazione, entrambi si trasformano.

[C. G. J.]
fa rabbia vedere che c'è gente che non si interessa delle cose che ama che se ne fotte di tutto e una seconda possibilità gli è sempre concessa
la voglia di festeggiare è direttamente proporzionale alla vicinanza emotiva delle persone a cui teniamo...praticamente un natale di merda

sabato 15 dicembre 2012

vorrei poterti donare in questo istante un sorriso che sia in grado di rompere ogni barriera e che arrivi dritto dritto al cuore tuo, per dirti quanto è grande il bene che ho per te e quanto sia stato fortunato a incontrare nella mia vita una persona come te. Un sorriso senza inutili parole . E nei momenti importanti della mia vita il sorriso che avrò sarà anche per te, perchè sei e sarai sempre un grande e dolce elemento nella sacca della mia vita
Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero, che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. E’ festa: la tua vita è in tavola.


[D.W.]

riflessioni

ed è proprio nei momenti più difficili che ti rendi conto di quanto si è di facili smarrimenti.l'uomo ha in se la forza nel vivere e il potere di sminuirsi di distruggersi. rendersi conto di quanto l'infelicità possa bloccare la vita di un uomo , quanti secondi minuti ore giorni settimane mesi anni abbiamo perso , abbiamo reciso la nostra vita di quei momenti in più. vedere immagini di guerra, di stragi di persone innocenti, che avevano solo il diritto di poter vivere una vita anche loro. la morte di bambini, che non hanno avuto il tempo di arrivare a conoscere la bellezza degli anni della scuola, dei primi viaggi con gli amici del primo amore, il vivere l'amore immenso di un genitore. come può essere possibile questo, come possiamo mettere i bastoni tra le ruote alle vite delle persone, come si può decidere chi ha o chi non ha il diritto di vivere. e come possiamo noi, far del male alle persone, specialmente a quelle più care a quelle che hanno donato un momento della loro vita. come possiamo essere cosi cinici ed egoisti, pensando che tutto ci sia dovuto e che solo noi viviamo una vita. come si può non capire che siamo fatti di momenti, che il nostro crescere è esclusivamente un insieme finito di attimi e che quando finiremo il nostro percorso, ciò che faremo al momento del nostro ultimo respiro, sarà un flash di quegli attimi che abbiamo vissuto. sarà il nostro film, la nostra storia, la nostra vita. trovo rabbia ma anche pena per il film che vivranno coloro che nella loro pellicola, troveranno solo sofferenze provocate e niente più . attimi dove non vi sarà un momento di apertura verso il prossimo, non vi sarà lo scoprire di quanto è meraviglioso aprirsi agli altri e scoprire che non si è soli. che ognuno ha il suo obiettivo che ognuno ha una sacca che si porta dietro durante tutta la vita, dove ci mette le esperienze vissute. per questo voglio credere che ci sia sempre la soluzione, per questo voglio credere che si debba vivere e vivere alla grande. credo che le persone debbano essere conosciute dentro, credo che si debba fare di tutto perchè si riesca a donare una parte di se alle persone, perchè il gesto che si fa oggi certamente ci verrà restituito. voglio credere che ci sia sempre il bisogno di vivere e durante il vivere il nostro viaggio, si debba fare conoscenza con tutto ciò che affrontiamo, dai posti in cui abitiamo alle persone che incontriamo, dalle difficoltà ai momenti felici. voglio credere che si, anche le difficoltà e i momenti bui vadano messi nella sacca, ma che questi siano sempre positivi. perchè la vita è perennemente in evoluzione, il contesto è perennemente in evoluzione, le persone stesse sono sempre in evoluzione. ma questo non vuol dire che abbiamo il pretesto per fare del male, perchè proprio per il fatto che sappiamo che evolviamo e che tutto intorno a noi si evolve, dobbiamo credere che c'è e ci sarà sempre una possibilità , che ci faccia pensare che sarebbe meglio, doveroso, evitare di portare dolore ad un altra persona . di qualunque dolore si stia parlando. credo in me e alla persona che sono e che voglio diventare. amo il mio vivere la vita e il mio pensare e la mia immaginazione.perchè ho tanti sogni,e sono consapevole che tanti rimarrano tali. cosi come sono consapevole che ho i miei difetti e le mie difficoltà, di approccio alle situazioni e di approccio alle persone talvolta. ma so che dentro me, ho voglia di donare tutto me stesso, perchè ho anche voglia di ricevere dalle persone. trovo che la condivisione sia l'essenza della vita, sia il nostro significato. condividere una gentilezza con uno sconosciuto, affrontare una discussione con persone in contesti particolari, dividere un pezzo di pizza con un amico, guardare un film o cucinare insieme con le persone più care o anche soltanto con dei conoscenti. prendere in prestito attimi di vita alle persone, scambiare opinioni, accomodanti o meno, ma che tutto possa far accrescere la consapevolezza di quanto è grande la sacca che ci portiamo dietro e di quanto abbia bisogno di sapere. sapere più cose possibili su quello che stiamo affrontando, sapere più cose possibili su ciò che esiste. guardare il mappamondo è una cosa che ho sempre adorato. lo trovo stupefacente e mi ci perdo ad osservarlo. rimarrei a fissarlo per ore. e al tempo stesso mi intristisce, perchè l'essere consapevoli che non basterebbe una vita per conoscere quanto è grande, per conoscere un paesaggio in un preciso istante della giornata che magari adora una persona nell'altro emisfero per esempio, e che questa persona non me lo possa descrivere cosi come lo vede. non poter vedere la bellezza incontrastata della natura in tutte le sue forme, e non poter conoscere stili di vita , pensieri diversi ,culture diverse ma soprattutto persone diverse . e non poter portare dentro il mio film le loro conoscenze mi dispiace. per questo ho sempre adorato guardare le cartine, mi sono sempre adattato con poco tempo alle strade e a ciò che c'era intorno. e per questo cerco , e non sempre mi riesce, di aprirmi alle persone e di donargli una parte di me, la mia migliore magari perchè sento il bisogno di farlo. e non chiedo nulla in cambio se non un momento della loro vita. soltanto che mi trasmettano il loro modo di essere e la loro conoscenza della vita e come pensano di godere di questo dono. è triste pensare a come le persone si lascino e si perdano , si odino , quando invece potrebbero scambiarsi fiducia, affetto, sensazioni ed emozioni. sono convinto che tutti ci possano insegnare qualcosa , anche le persone meno affini o quelle meno disposte a condividere. e io mi ritroverò o per lo meno ci proverò, a ricevere quello che mi spetta e a dare quello che spetta loro.
dispiace non poter vivere un ultimo momento felice prima del commiato

venerdì 14 dicembre 2012

Sei diventato matto cercando di soddisfare le aspettative di tutti. E non ci sei riuscito. Nessuno è contento. Sei perso, esaurito, e nessuno è contento. La felicità è un’arte che va imparata. Non ha nulla a che vedere con ciò che fai o non fai. Invece di cercare di soddisfare gli altri, impara l’arte della felicità.

giovedì 13 dicembre 2012

Con la corona di paura e il mio diamante di sogni e frantumi di ciondoli
e ipotesi appese per cercare il vento rapidi sbuffi di treni in salita
la sorpresa di gocce di pioggia che cadono fiocco di neve

[M.G.]
tenere sotto scacco l'onda emotiva è difficile quanto portare un macigno che pesa troppo. Grande è il peso delle emozioni che cerchiamo di trattenere,grande è il peso dei rimpianti che ci accompagnano ogni giorno. E noi, con tutto questo peso, ogni giorno ci sentiamo sempre più deboli e insofferenti. Ma sorvoliamo, sappiamo che queste ferite ci provocheranno dolore e cicatrici profonde che ci segneranno per sempre.



Ho detto tanto e fatto poco nella mia vita
ma sui sentimenti non ho mai mentito
quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è alcun dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.

[Haruki Murakami]

mercoledì 12 dicembre 2012

...e quanto importi nella vita non già di essere forti ma di sentirsi forti, di essersi misurati almeno una volta, di essersi trovati almeno una volta nella condizione umana più antica, soli davanti alla pietra cieca e sorda senza altri aiuti che le proprie mani e la propria testa
Beh,ci sono persone convinte di non meritare l'Amore...Loro si allontanano in silenzio dentro spazi vuoti...cercando di chiudere le brecce al passato

martedì 11 dicembre 2012

La vera disciplina non si impone. Non può venire che dall'interno di noi stessi.

[Dalai Lama]

lunedì 10 dicembre 2012

ieri ho parlato con lei...discusso all'inizio ma poi ci siamo calmati...è difficile la situazione. certo sapere che i suoi occhi vedano un altra persona  ora è dura da digerire, sapere che non si fida assolutamente di me e di quel che dico è ancora più stressante ed umiliante. però ieri forse veramente ho tirato fuori tutto, tutto quello che sono e che potevo essere con lei. lei ha rabbia verso di me e non mi perdonerà mai, cosi come io non mi perdonerò mai per quel che ho fatto. ma purtroppo la macchina del tempo non ce l'ho. io so bene come ci si sente a lasciare, l'ho sempre fatto io. anche quando ci tenevo comunque alla persona con cui stavo. percui so che il suo è soltanto affetto e niente più. che finirò nel dimenticatoio dei ricordi. mi fa male perdere la quotidianità con lei , il suo dare e il mio dare calore. ho capito tante cose , specialmente questo we. la solitudine aiuta a capirsi e a capire. l'ho sempre amata la solitudine, ma volevo sempre circondarmi di calore umano. dagli amici dalle persone speciali. ora tutto questo il tempo l'ha portato via, vuoi per una lontananza effettiva, vuoi per una lontananza emotiva, vuoi perchè è cosi la vita. se torno indietro neanche di tanto tempo, mi vedo io lei e tutti gli amici. tutti insieme a ridere e scherzare, convinto che il tempo per quello non finisse mai. poi torno indietro di un paio di mesi e vedo io e lei e basta. nessun amico nessun sorriso e nessuna gioia, salvo quella che eravamo presenti. ero io che ero sbagliato , ad affidarmi completamente a lei, era lei sbagliata a non fidarsi di me. eravamo noi sbagliati a non parlare di tutto questo. ma ora tutto questo non conta. conta soltanto il fatto che ho fatto e faccio mente locale ogni minuto che passa, ogni singola sofferenza che scorre dentro le mie vene ogni giorno per farmi capire che bisogna vivere profondamente quello che si ha nel momento stesso in cui lo abbiamo. perchè bisogna far maturare i tempi e bisogna fare in modo che chiunque abbia un ricordo bello di noi e avere sempre un ricordo bello di ciò che si è stati. io spero che anche a lei capiti di pensare a me , e spero che anche a lei capiterà di pensare a me, perchè io voglio la sua felicità e pretendo di essere felice. sperando che questi due intenti vadano a buon fine, e che , magari, si raggiungano un domani insieme.
essere un uomo...migliore.formare il carattere prendere decisioni e non aver paura di sbagliare e ammettere di sbagliare

domenica 9 dicembre 2012

realizzare

quando alla fine scopri l'assurdita di qualcosa che hai fatto e desidereresti tornare indietro per cancellarlo ma sai di non potere perchè è troppo tardi allora acquisterai il carattere e come un tatuaggio quella cosa ti resterà impressa nella faccia e dovrai prenderla e portarla con te perchè la vita va avanti.

Esattamente cosi. Ormai è tardi , nei tuoi occhi non sono altro che sofferenza e nei miei occhi non vi è altro che rimpianti. E' vero , hai fatto il possibile e io ho fatto l'impossibile. Vorrei poter cambiare il passato ma non posso più. Sta di certo che tutto questo mi ha cambiato, mi ha aperto gli occhi e mi ha reso debole ora ma in un futuro certamente più forte e più sicuro. Vorrei poter dimostrare a te e al tuo cuore di cosa sarei capace, ma non lo vedresti, semplicemente perchè i tuoi occhi non mi noterebbero più , semplicemente perchè hai chiuso le porte per non riaprirle più. Dentro me resterà un grande freddo, perchè tu eri tu, perchè veramente non desideravo altro e la mia scelta seppur lunga era chiara e definitiva. Non volevo nient'altro nella mia vita al di fuori di te. Immaginavo che nonostante tutto saremmo riusciti ad andare avanti, che ti avrei fatto capire che potevamo farcela e che questo era solo un momento.Volevo essere la tua forza non una zavorra da portarti dietro. Crederò sempre in quel che ho dentro, andrò avanti senza dubbio, ma continuerò sempre a chiedermi come stai, cosa fai, se sei felice.E in cuor mio avrò sempre il desiderio di tornare a essere la tua quotidianità
vai via e ti porti lontano la parte migliore di me
giornata da alti e bassi anche oggi. forse più alti che bassi dato che questo weekend è stato devastante. Probabilmente se fossi partito sarebbe stato meglio...maledetta trenitalia! invece son rimasto qui e son rimasto da solo coi miei pensieri chiuso in casa. Prendere visione ancora una volta degli sbagli è stato l'ennesimo capitolo di una devastazione personale, di un brutale accanimento contro me stesso. Come se non bastasse anche discutere nuovamente con te ha aumentato ancora di più la mia dose di merda giornaliera. Sto andando sempre più giù.Ho studiato tanto ieri e oggi, ma la mente era assente. Non riesco più a essere lucido, a essere sereno. L'unica cosa che vorrei è un abbraccio e sapere che c'è calore.Ho rifiutato qualsiasi forma di calore nell'ultimo anno,dagli amici che non ho più ritenuto tali o quantomeno importanti come ritenevo fossero.Perchè volevo calore soltanto da te.Sbagliando si impara è il detto. Beh credo che solo la sofferenza faccia capire certe cose e certe scelte che si fanno.

sabato 8 dicembre 2012

darei qualsiasi cosa per tornare indietro di quattro mesi, per non farmi spaventare dal lavoro dalla lingua dalla tua lontananza , impegnandomi più a curare il nostro rapporto piuttosto che quello che ci girava intorno. vorrei dimostrarti che non è stato un abbaglio quello, non è stata un oasi o un isola felice che andava alla deriva, ma era una casa su terraferma con basi solide solidissime. ma tornare indietro non si può, si può solo andare avanti. sto cercando di farmi forza, di essere sempre meno presente nella tua vita, ma spero che le nostre strade si ricongiungano perchè sei tutto quello che voglio. l'abbiamo costruito e modellato il nostro rapporto, arrivando cosi a non aver piu bisogno d'altro. ho imparato a stare bene con te e farmi bastare semplicemente la tua compagnia ogni giorno ogni sera ogni weekend. io ti amo con tutto me stesso e spero che tu sia felice con o senza me, anche se quest'ultima ipotesi mi distrugge anche solo dirla

odio

montagne russe , sbalzi di tensione
occhi perennemente lucidi
al mattino appena sveglio durante il tragitto per andare a lavoro
scrivendo una mail di lavoro o durante un uscita con gli amici
sono assente i miei occhi non recepiscono altro
che il tuo viso i nostri momenti felici
il nostro ultimo incontro l'ultimo abbraccio
la mente fa brutti scherzi e il destino si diverte a prendersi gioco di me
con colleghi siciliani o amici che passano il capodanno tra colonia e bonn
non c'è un momento che non sei nella mia mente
la quotidianità sto perdendo e questo mi fa male
vorrei esser stato presente come volevi
mi odio per tutto quello che potevo dimostrarti e non ho fatto
mi odio per quello che ho sempre avuto dentro e non te l'ho mostrato
mi odio perchè sei sempre stata la persona più importante
e me ne rendevo conto non solo dai momenti belli
ma anche dalle discussioni e dalle litigate
ogni volta che questo succedeva mi cambiava la giornata
mi buttava giù mi innervosiva e non vedevo l'ora di vederti
per sistemare le cose
mi dispiace non essere perfetto ma so che non è questo che ci ha disuniti
bensi tutto il resto
probabilmente non hai mai visto la mia dolcezza
e ve nè tanta
ma tu non la conosci
non hai mai avuto modo di provare il mio lato romantico
mi odio perchè bastava cosi poco per farti capire che c'ero
che ero presente
la vita mi ha buttato giù questo ultimo periodo
anche io ero atterrito dal lavoro dalle difficoltà
e mi sono demoralizzato
e mi ha cambiato modo di essere per un lungo periodo
e di questo mi dispiace
ma soprattutto dovevo tenere stretta la persona che amavo
e dovevo dirglielo giorno per giorno attimo dopo attimo
per farle capire che per me non c'era niente di più importante
si sarebbe tutto risolto con lei
ma non l'ho fatto

condividere

la felicità è vera quando è condivisa
e proprio cosi è stato fino ad ora
nonostante i momenti brutti.
la felicità era la tua presenza,
una sigaretta divisa,
la richiesta solita di dividere una tazzina di caffe.
era un buongiorno dato ogni mattina anche se non era necessario
perchè ero sveglio già da un po
era conoscere la quotidianità
scorrere le pagine di un libro
scriverlo insieme mano a mano
affrontare le paure e discorsi importanti
poi un blackout ha fatto si che tutto questo
si interrompesse
la consapevolezza di non aver dimostrato tutto ciò che ero dentro
non dire ogni giorno ciò che avevo dentro
non dire ogni giorno che la amavo come mai avevo amato
che mai nessuna è stata un punto di riferimento nella mia vita
che era bellissima con il cappotto bianco
che era bellissima quando si spogliava
che adoravo il suo seno
che il suo senso dell'umorismo leniva i miei dispiaceri
che riusciva ad entrarmi nelle vene
come una trasfusione di sangue ad un paziente in fin di vita
giornate dure che poi si sarebbero trasformate in miele la sera
perchè c'eri tu
mi dispiace non averti mai reso partecipe di tutto questo
mi dispiace aver perso la persona che era il mio pilastro
il pilastro dei miei giorni
andava male tutto ma c'eri tu
e questo mi dava la forza
non era egoismo il mio
ma paura di aprirmi
e non so perchè mai
io ero tuo e di nessun altra
il mio cuore ha sempre cercato te
ora
quella condivisione è andata perduta forse
ma in me vive
arde ogni giorno sempre di più
e forse in te
invece va scemando ogni giorno di più
ma se ci fosse anche solo
una scintilla che facesse scattare un incendio
io spero che infiammi il tuo cuore.
se cosi non fosse
io rimarrò nonostante tutto qui
la lezione mi è servita
ho capito i miei errori
ho capito come trattare la mia donna
ho capito quanto la presenza conti
e non solo il sentimento
mi dispiace 
Amo l'amore che si distribuisce
in baci,letto e pane.

Amore che può essere eterno
e può essere fugace.

Amore che vuol liberarsi
per tornare ad amare.

Amore divinizzato che s'avvicina
Amore divinizzato che se ne va.

Più non s'incanteranno i miei occhi nei tuoi occhi,
più non s'addolcirà vicino a te il mio dolore.

Ma dove andrò porterò il tuo sguardo
e dove camminerai porterai il mio dolore.

Fui tuo, fosti mia. Che più? Insieme facemmo
un angolo nella strada dove l'amore passò.

Fui tuo, fosti mia. Sono triste; ma sempre sono triste.
Vengo dalle tue braccia. Non so dove vado.
 

venerdì 7 dicembre 2012

stop motion




Si è insieme sempre quando ci si incontra nei pensieri
La persona giusta è un premio,non un regalo.Quando le forze dell'universo sembrano cospirare contro di noi, non lo fanno per dissuaderci dall'obiettivo, ma per renderci consapevoli della sua importanza

mercoledì 5 dicembre 2012

Orfeo ed Euridice



Di lì, avvolto nel suo mantello dorato, se ne andò Imeneo
per l’etere infinito, dirigendosi verso la terra
dei Cìconi, dove la voce di Orfeo lo invocava invano.
Invano, sì, perché il dio venne, ma senza le parole di rito,
senza letizia in volto, senza presagi propizi.
Persino la fiaccola che impugnava sprigionò soltanto fumo,
provocando lacrime, e, per quanto agitata, non levò mai fiamme.
Presagio infausto di peggiore evento: la giovane sposa,
mentre tra i prati vagava in compagnia d’uno stuolo
di Naiadi, morì, morsa al tallone da un serpente.
A lungo sotto la volta del cielo la pianse il poeta
del Ròdope, ma per saggiare anche il mondo dei morti,
non esitò a scendere sino allo Stige per la porta del Tènaro:
tra folle irreali, tra fantasmi di defunti onorati, giunse
alla presenza di Persefone e del signore che regge
lo squallido regno dei morti. Intonando al canto le corde
della lira, così disse: «O dei, che vivete nel mondo degl’Inferi,
dove noi tutti, esseri mortali, dobbiamo finire,
se è lecito e consentite che dica il vero, senza i sotterfugi
di un parlare ambiguo, io qui non sono sceso per visitare
le tenebre del Tartaro o per stringere in catene le tre gole,
irte di serpenti, del mostro che discende da Medusa.
Causa del viaggio è mia moglie: una vipera, che aveva calpestato,
in corpo le iniettò un veleno, che la vita in fiore le ha reciso.
Avrei voluto poter sopportare, e non nego di aver tentato:
ha vinto Amore! Lassù, sulla terra, è un dio ben noto questo;
se lo sia anche qui, non so, ma almeno io lo spero:
se non è inventata la novella di quell’antico rapimento,
anche voi foste uniti da Amore. Per questi luoghi paurosi,
per questo immane abisso, per i silenzi di questo immenso regno,
vi prego, ritessete il destino anzitempo infranto di Euridice!
Tutto vi dobbiamo, e dopo un breve soggiorno in terra,
presto o tardi tutti precipitiamo in quest’unico luogo.
Qui tutti noi siamo diretti; questa è l’ultima dimora, e qui
sugli esseri umani il vostro dominio non avrà mai fine.
Anche Euridice sarà vostra, quando sino in fondo avrà compiuto
il tempo che gli spetta: in pegno ve la chiedo, non in dono.
Se poi per lei tale grazia mi nega il fato, questo è certo:
io non me ne andrò: della morte d’entrambi godrete!».
Mentre così si esprimeva, accompagnato dal suono della lira,
le anime esangui piangevano; Tantalo tralasciò d’afferrare
l’acqua che gli sfuggiva, la ruota d’Issìone s’arrestò stupita,
gli avvoltoi più non rosero il fegato a Tizio, deposero l’urna
le nipoti di Belo e tu, Sisifo, sedesti sul tuo macigno.
Si dice che alle Furie, commosse dal canto, per la prima volta
si bagnassero allora di lacrime le guance. Né ebbero cuore,
regina e re degli abissi, di opporre un rifiuto alla sua preghiera,
e chiamarono Euridice. Tra le ombre appena giunte si trovava,
e venne avanti con passo reso lento dalla ferita.
Orfeo del Ròdope, prendendola per mano, ricevette l’ordine
di non volgere indietro lo sguardo, finché non fosse uscito
dalle valli dell’Averno; vano, se no, sarebbe stato il dono.
In un silenzio di tomba s’inerpicano su per un sentiero
scosceso, buio, immerso in una nebbia impenetrabile.
E ormai non erano lontani dalla superficie della terra,
quando, nel timore che lei non lo seguisse, ansioso di guardarla,
l’innamorato Orfeo si volse: sùbito lei svanì nell’Averno;
cercò, sì, tendendo le braccia, d’afferrarlo ed essere afferrata,
ma null’altro strinse, ahimè, che l’aria sfuggente.
Morendo di nuovo non ebbe per Orfeo parole di rimprovero
(di cosa avrebbe dovuto lamentarsi, se non d’essere amata?);
per l’ultima volta gli disse ‘addio’, un addio che alle sue orecchie
giunse appena, e ripiombò nell’abisso dal quale saliva.
Rimase impietrito Orfeo per la doppia morte della moglie,
così come colui che fu terrorizzato nel vedere Cerbero
con la testa di mezzo incatenata, e il cui terrore non cessò
finché dall’avita natura il suo corpo non fu mutato in pietra;
o come Oleno che si addossò la colpa e volle
passare per reo; o te, sventurata Letea, troppo innamorata
della tua bellezza: cuori indivisi un tempo nell’amore,
ora soltanto rocce che si ergono tra i ruscelli dell’Ida.
Invano Orfeo scongiurò Caronte di traghettarlo un’altra volta:
il nocchiero lo scacciò. Per sette giorni rimase lì
accasciato sulla riva, senza toccare alcun dono di Cerere:
dolore, angoscia e lacrime furono il suo unico cibo.
Poi, dopo aver maledetto la crudeltà dei numi dell’Averno,
si ritirò sull’alto Ròdope e sull’Emo battuto dai venti.

[Ovidio, Metamorfosi]

lunedì 3 dicembre 2012

no other way


Work my days for you
because I love you girl, I don't want you             
I need you
And I cant see no other way

vuoto e freddo

immobile
inerme
senza forze
senza più motivazioni
sguardo fisso nel vuoto
anche gli occhi hanno perso la luce
anche le idee
i programmi
iniziavano a svanire
proprio come in quel film
dove dalla mente della persona
iniziavano a svanire i ricordi
iniziava la cancellazione
mi ritrovo qui
e penso comè stato possibile tutto questo
perchè tutto questo

perchè ci siamo fatti
e perchè
NOI
ci stiamo facendo del male

sabato 1 dicembre 2012

un porto, un viaggiatore, una nave, e poi...niente altro

 







 fu così


che i preparativi per il grande viaggio si fecero serrati
il piccolo porticciolo
era pronto per dare il via
all'avventura più entusiasmante del viaggiatore
le grandi ambizioni entravano con irruenza nella sua vita
togliendo spazio a tutto ciò che egli era prima e c'era prima
la battaglia interiore che lo portò a prendere la decisione
fu lunga
estrema
e decisamente controversa
egli stesso sapeva che una parte del suo cuore lo avrebbe lasciato li
non lo avrebbe portato con sè
non più ormai
non c'era più tempo
per pensare
per essere sentimentali
bisognava essere forti
imporsi di essere forti
bisognava essere fermi e decisi
e che niente e nessuno lo avrebbe distolto dal grande viaggio
che riteneva fosse la sua unica ancora di salvezza
così facendo
preparava le provviste da portare
rinforzava le cime
cuciva e tagliava le vele
puliva e manuteneva con dedizione giornalmente la sua barca
che sarebbe stata il suo mezzo
la sua compagna di viaggio per quella grande avventura
che non poteva trovare spazio
per nessun altro
era una barca piccola ma resistente
in cuor suo
tempo addietro
quando aveva appena programmato
di salpare verso mete ignote e meravigliose
aveva pensato a portare con se
le cose più care
quelle che gli avrebbero fatto compagnia e dato calore durante il suo percorso
ma dopo attente analisi
prese la decisione più importante della sua vita
sapeva che quello
quel percorso
era fondamentale per lui
e che qualsiasi oggetto
materialmente in esubero
avrebbe reso il suo viaggio critico e instabile
perchè sapeva che la barca
anche se resistente
era semplicemente
una barca molto piccola
troppo piccola
che non avrebbe retto
e questo non lo avrebbe mai permesso
non avrebbe mai permesso di rovinare
il suo grande obiettivo
da disavventure di qualsiasi entità
soltanto per portare delle cose
che erano inutili
che ora trovava inutili
o che comunque potevano essere semplicemente lasciate li
alla sua vecchia casa diroccata
a cui non diede più amore
da tempo non lo faceva ormai
a cui aveva permesso
che si deteriorasse
perchè aveva altri obiettivi
ci si dedicò solo poche volte prima di salpare
perchè sentiva che quello era il modo migliore
per abituarsi
e per rendersi conto davvero di ciò che stesse facendo
niente paure
non doveva averle
doveva avere fermezza
e non fermarsi
non indugiare
qualsiasi esitazione sarebbe stata letale
quel viaggio era quanto di più desiderato ci fosse nella vita del viaggiatore
e anche se tutto questo gli causava grande dolore
iniziò a pensare
a cosa lasciare e a cosa tenere
sapeva che gli affetti
anche quelli
li avrebbe lasciato lì
forse anche il suo grande amore
si anche quello
non poteva partecipare
lui ora
non poteva dare spazio all'amore
non più
non più perchè in quel momento
il suo cuore
tutto il suo cuore
era invaso
inebriato
di sentimenti
di pensieri
di obiettivi
di dolci fantasie
di sensazioni
tutte completamente dedicate
a se stesso
al viaggio
non vi era spazio nel suo cuore
seppur grande
che per il suo obiettivo
anche se questo
avesse voluto dire
addio
o nel migliore dei casi un ciao a lunga scadenza
questa ormai era la sua volontà
e il suo viaggio ormai improcrastinabile

l'amore
atrofizzato dal dolore
mentre lo vedeva allontanarsi
si accasciò sul piccolo porticciolo
e pianse
con i suoi occhi che urlavano
buon viaggio vita mia