giovedì 20 dicembre 2012

un posto chiuso. lontano da facce voci rumori persone.
magari si potessero chiudere fuori anche i pensieri ricorrenti ,
di quelli che ti rincorrono e ti aggrediscono lasciandoti senza fiato.
non esiste una cabina stagna, non esiste un bunker antiatomico in grado di fare questo.
giorno o notte, al buio o con le luci, la sostanza non cambia.
neanche un momento di estrema solitudine,
di congelamento delle sensazioni delle emozioni.
le ho sempre pagate care le mie emozioni
e me ne son guardato bene dal farle fuoriuscire dal guscio di apatia,
di freddezza e di ironia.
perchè sapevo che c'era tutto un mondo li dentro. il mio mondo.
avere insicurezze porta a questo, a chiudersi in se stessi
e non aprire la porta ,
mai,
neanche quando c'è qualcosa di bello fuori che ci sta aspettando.
non aprirla neanche quando si sa che ci sta crollando addosso tutta la casa,
che sta cadendo a pezzi.
e quel che mi sta cadendo addosso, sono massi enormi,
che portano ricordi attimi di vita dedicati
con la più estrema sincerità e gentilezza.
e nonostante questa grazia e leggiadria, fanno male.
sentirsi in balia delle onde
senza remi senza vela, completamente persi.
cercando di invocare quelle stelle
che possano indicare la posizione, ma c'è tempesta questa notte.
e la direzione non è possibile vederla

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